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Intorno all'etnosemiotica. Problemi di analisi del discorso rituale*
Maurizio Del Ninno
È noto che, almeno in parte, la semiotica generale deve il suo rapido sviluppo alle ricerche svolte nel campo della mitologia e del folklore da studiosi quali V. Ja. Propp, G. Dumézil, C. Lévi-Strauss . Se alla base della ricerca semiotica ci sono i lavori di tali studiosi, l'antropologo non potrà, in generale, rivelarsi disattento verso quanto avviene in questo ambito disciplinare, tanto piú che essa cerca oggi di saldare il debito di riconoscenza contratto verso gli studi antropologici non solo offrendo nuove prospettive di approccio al tradizionale campo etnoletterario, ma proponendo anche un nuovo terreno d'incontro: l'etnosemiotica .
La possibilità di interpretare le pratiche sociali in genere e i rituali in particolare come suites significative di comportamenti sociali organizzati e la possibilità di trattarli come discorsi (e dunque di applicare loro, fin dove possibile e con le opportune modifiche, l'apparato metodologico dell'analisi discorsiva), costituisce il progetto di sviluppo di questa area.
Il nuovo settore è però scarsamente frequentato. Probabilmente piú per ragioni pratiche che teoriche. A diradare la presenza dei semiotici certo contribuisce la necessità di non disperdersi nell'analisi di oggetti troppo complessi nel momento di elaborazione di un modello generale e/o la difficoltà di assumere il ruolo dell'etnografo per procurarsi il corpus da analizzare. Dalla parte degli antropologi credo invece di poter registrare la difficoltà o la resistenza ad addentrarsi nei metodi di una disciplina ormai densamente equipaggiata, dei cui risultati, in mancanza di applicazioni specifiche, spesso non intravedono la portata.
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* Pubblicato in Calabrese O. et al., Semiotica. Attualità e promesse della ricerca. Atti di un seminario di studi diretto da Paolo Fabbri, Jacques Geninasca e Jean Petitot, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 1985: 157-164.
