INTRODUZIONE*
Gianfranco Marrone
1. Analisi testuale e teoria semiotica
Maupassant non è un libro su Maupassant. Basta scorrerne le pagine per rendersene subito conto: intorno a un solo piccolo racconto dello scrittore francese (Deux amis) ecco una fitta serie di esercizi semiotici, il cui numero e la cui puntigliosità subissano qualsiasi discorso sull'autore del testo e sul suo mondo, rendendo vano un passaggio immediato dall'analisi testuale propriamente detta alla ricostruzione contestuale che potrebbe conseguirne.
Meno evidente è il fatto che questo libro - tra i più importanti ma non tra i più letti di Algirdas J. Greimas1 - non è neppure, in senso stretto, un'analisi semiotica di Due amici. Se pure tutto il volume verte su questa celebre novella della guerra franco-prussiana, esso non si preoccupa di ricostruirne la struttura, di rimontare i pezzi dell'analisi microtestuale in vista di una possibile riconfigurazione macrotestuale e - meno che mai - di un'interpretazione critica del testo2.
Maupassant, allora, è un libro di analisi semiotica che è nello stesso tempo sull'analisi semiotica, laddove l'analisi non è il momento applicativo di un metodo elaborato in precedenza, ma indica la direzione di una teoria a venire. L'analisi, in altre parole, non è fine a se stessa, né tantomeno serve a esibire le derive intellettuali di un ermeneuta più o meno mascherato. Essa mira semmai alla teoria generale del senso e della significazione: mettendo - come si dice - il senso in condizioni di significare, essa dà luogo a nuove ipotesi teoriche e metodologiche, tracciando la strada per una loro parziale verifica3.
Nella prima pagina di questo libro Greimas propone un paragone destinato a restare celebre. Come l'etnologo, di fronte alle culture altre, è portato a mettere in discussione se stesso e le proprie categorie interpretative, allo stesso modo il semiologo, di fronte al testo, deve saper abbandonare i propri sguardi stereotipi in nome di più efficaci strumenti di descrizione e di comprensione. Il testo è il "selvaggio" del semiologo: le resistenze che esso gli oppone si trasformano in stimoli per la ricerca ulteriore.
Volendo indicare l'importanza teorica di questo libro, non basta allora presentarne gli intenti e gli esiti, del resto perfettamente esplicitati dall'autore. È necessario piuttosto situarlo nei contesti entro cui è stato pensato e scritto: l'opera semiotica di Greimas innanzitutto, ma anche la narratologia degli anni Sessanta e Settanta, e infine la teoria e la critica letterarie. Solo passando da questi diversi ambiti di ricerca, con ovvie e frequenti tangenze tra loro, sarà possibile ripensare Maupassant alla luce degli studi semiotici più recenti.
* In Greimas Algirdas Julien, Maupassant. Esercizi di semiotica del testo,Torino: Centro Scientifico Editore, 1995, pp. XIII-XXX.
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