I paragrafi 8 e 9 di “Asdiwal” sono particolarmente significativi ai fini dell’interpretazione della formula canonica. Qui sono riportati nella traduzione italiana curata da Paolo Caruso in C. Lévi-Strauss, Razza e storia e altri studi di antropologia, Torino, Einaudi 1967.
8.
Un ultimo problema rimane da risolvere, quello posto dalle divergenze tra la versione del fiume Nass e quelle raccolte sulla costa, in cui l'azione si sviluppa sullo Skeena. Sinora abbiamo seguito queste ultime, che sono molto rassomiglianti. Boas aggiunge che le due versioni sono «praticamente identiche». Consideriamo ora la versione Nass.
La carestia regna nei due villaggi di Laxqaltsap e Gitwunksilk; è possibile localizzarli: il primo è l'attuale Greenville sull'estuario del Nass, il secondo si trova sul basso Nass, ma più a monte. Due sorelle, separate dal matrimonio, vivono ognuna in uno dei due villaggi. Decidono di riunirsi e si incontrano a metà strada in un luogo il cui nome rievoca oggi questo avvenimento. Hanno scarse provviste. La sorella della valle ha un pugno di bacche, quella del monte un pezzettino di fregolo. Se lo dividono e lamentano la loro miseria.
Una delle sorelle - quella del monte - è venuta con la figlia, di cui non si parlerà più nella storia. Quella della valle, la più giovane delle due, è ancora nubile. Uno straniero le fa visita di notte. Si chiama Hôux, che significa «Portafortuna». Quando viene a conoscenza dello stato delle donne, le rifornisce miracolosamente di cibo e la più giovane diviene presto madre di un bambino, Asì-hwil, per il quale il padre costruisce un paio di racchette da neve. All'inizio sono inservibili, ma una volta perfezionate, conferiscono poteri magici al loro portatore. Il padre dona ad Asì-hwil anche due cani magici e una lancia che può fendere la roccia. Da allora, l'eroe si rivela miglior cacciatore di altri esseri soprannaturali con i quali si cimenta.
Segue qui l'episodio del ritiro di Hôux di fronte ai cognati che è stato riassunto piú sopra. La sorella ed il nipote vengono condotti a Gitxaden, a valle del Canyon del Nass». Qui, l'eroe è attirato verso il cielo dallo schiavo di un essere soprannaturale, trasformato in orso bianco; ma non riesce a penetrare nella dimora celeste e ritorna sulla terra, dopo aver perduto la traccia dell'orso.
Si reca poi nel paese Tsimshian dove sposa la sorella dei cacciaatori di trichechi. Li umilia con la sua superiorità, è abbandonato da loro, visita i trichechi nel loro regno sotterraneo, li cura e li guarisce, riceve un’imbarcazione fatta con i loro intestini che lo riporta alla costa, dove egli uccide i cognati con l'aiuto dei cetacei artificiali.
Ritrova la moglie e non la lascia più. (Boas, 1902, pp. 225-229).
Chiaramente, questa versione è poverissima.