Etnosemiotica.it

Un sito per la comunità dei ricercatori interessati all’antropologia e alla semiotica, per mettere in comune le risorse intellettuali e la diffusione dell’informazione

Visualizzazione normale Testo più grande Visualizzazione ad alto contrasto Visualizzazione alternativa

Indicazioni per la redazione della tesi di laurea e dei riferimenti bibliografici

1. Prime indicazioni per la redazione della tesi 

Ci sono in giro varie pubblicazioni sulla redazione delle tesi di laurea; personalmente trovo che Umberto Eco, Guida alla tesi di laurea, Bompiani: Milano, 1977 fornisca buone indicazioni: consultarla vi farà solo guadagnare tempo. Comunque, occhio, almeno, all'ortografia e non esitate a consultare il dizionario italiano ogni volta che vi sentite in dubbio. Ricordatevi che si scrive né e non nè; perché e non perchè;  qual è e non qual'è.

Virgolette, apici, maiuscoletto, non vanno disseminati a piacere nel testo: sono elementi sottoposti a precise regole, suscettibili di variare in rapporto alle convenzioni. In ogni caso occorre rispettare lo stesso principio dall'inizio alla fine del testo.

 

Scrivendo preoccupatevi di essere chiari senza ricercare effetti 'letterari'; l'uso di termine eruditi, una sintassi ricercata denunciano di solito una scarsa confidenza con la scrittura e, salvo casi veramente rari, contribuiscono solo a peggiorare il risultato. Cercate invece di impadronirvi (attraverso manuali e letture) della terminologia specifica dell'area di ricerca (cugini incrociati, famiglia nucleare, evitazione, ecc.). Evitate l'uso eccessivo di aggettivi e nelle tesi di tradizioni popolari  evitate il ricorso a termini quali ancestrale, autentico o antichissimo. A lavoro finito chiedetevi se c'era un modo più semplice o più breve per dire tutto quello che avete detto. Se la risposta è positiva non esitate a cambiare.

 

Non menate il can per l'aia: ogni frase deve essere documentata (da rinvii bibliografici o da rinvii a dati provenienti dalla vostra ricerca); tutto quello che non ha o non richiede supporto e documentazione è tendenzialmente superfluo e va eliminato. Ogni termine  specifico, se non di uso più che generale, deve essere definito.

 

Nella ricerca sul campo, porgete molto attenzione ai termini locali. Per la loro trascrizione cfr. avanti. Nel testo, denunciate la loro origine (indicate il loro carattere di termine locale) usando il corsivo e, almeno la prima volta che appaiono, riportate tra parentesi la traduzione italiana [attenzione a non scorciare troppo la traduzione: Pausa Crous indica in Val di Vattelappesca la festa dell'Ascensione. Non è scorretto quindi dire, ad esempio: "Nel giovedì detto Pausa Cròus (Ascensione) aveva luogo ...". Ma trovo più soddisfacente l'indicazione: "Pausa Cròus (lett. 'Pausa della Croce/???/, denominazione locale dell'Ascensione) aveva luogo..."].

 

Altre raccomandazioni per la ricerca sul campo.

1. Nel dar conto dei dati che avete raccolto vi capiterà  a) di descrivere quanto da voi osservato direttamente  "sul campo"; b) oppure di riportare dati, giudizi, spiegazioni che circolano all'interno della cultura osservata circa l’evento considerato. Molto spesso vi capiterà  inoltre c) di dover sovrapporre a queste informazioni altre, introdotte da voi. E' importante che facciate particolare attenzione a non mescolare tra loro a) e b) e soprattutto a distinguere a) e b) da c).

 

2. Gli informatori spesso tendono a mescolare dati che si riferiscono a periodi differenti, fondendo insieme non solo passato e presente, ma vari strati di passato. Ad esempio l'espressione "fino a qualche anno fa" può essere usata sia a proposito di un evento che non si manifesta da due o tre anni, sia riguardo un evento che non si verifica da venti o trent'anni. Ugualmente, "una volta" può sia riferirsi all'infanzia del locutore, sia designare date molto remote, se non mitiche. Ponete perciò molta attenzione al momento della rilevazione dei dati e, naturalmente, state attenti a evitare lo stesso inconveniente per quanto vi riguarda, nel redigere la descrizione.

In particolare per la descrizione di cerimonie e feste, capita spesso di dover riferire dati attuali e del passato: attenzione a non mescolare i due livelli. Un accorgimento che vorrei consigliare è quello di scrivere le informazioni sul passato con spaziatura (o lunghezza di riga) differente. 

 

3. L'informatore spesso tende a presentare come vissuti in prima persona- cioè come attuali- eventi che gli sono stati narrati, magari dai suoi genitori e che già nella sua infanzia non si manifestavano più o che magari non hanno mai avuto luogo. Porre molta attenzione e cercare sempre di invitare l'informatore a collocare i dati in un quadro temporale. Eventualmente aiutatelo  a ricostruire i vari stadi di trasformazione mettendo accortamente in evidenza gli appiattimenti temporali da lui operati.

Durante lo svolgimento, quando sottoponete all’esame parti del lavoro, presentate un testo se non dattiloscritto, almeno leggibile; non scrivete sul retro del foglio e sul davanti lasciare spazio sufficiente per correzioni, annotazioni o ampliamenti. Numerate le pagine. Anche relazioni parziali saranno corredate dall'indice e dalla bibliografia.


 

2. Criteri per la redazione della bibliografia e delle note di bibliografia

 

Per approfondimenti vedi: Umberto Eco, Guida alla tesi di laurea, Milano, Bompiani, 1977.

 

a) libro, scritto da un autore:

, : .

Esempio:

CARDONA Giorgio Raimondo

  1976 Introduzione all'etnolinguistica, Bologna: Il Mulino.

b) libro, curato da un autore:

, (a cura di)

  , : .

Esempio:

SEGRE Cesare (a cura di)

  1983 Intorno alla linguistica, Milano: Feltrinelli.

b.1)  Libro scritto da più autori, senza l’indicazione di un curatore.

Se il numero degli autori è pari o inferiore a tre, indicateli tutti e trattate il resto come il caso a); se il numero è superiore, indicate i nomi dei primi due  seguiti dalla dicitura  e altri.

c)  Saggio di un autore inserito nella raccolta di un altro autore:

  , in , : , pp. .

Esempio:

FERRARO Guido

  1983 "I modelli linguistici nell'antropologia", in Intorno alla linguistica, a cura di Cesare Segre, Milano: Feltrinelli, pp. 267-287.

d)  Articolo  di un autore, pubblicato su una rivista:

  , , , , . 

Esempio:

VIDAL-NAQUET Pierre

  1960 "Temps des dieux et des hommes. Essai sur quelques aspects de l'expérience temporelle chez le grecs", Révue de l'histoire des religions, CLVII, 1, 1960, pp. 55-80.

e) Libro tradotto in italiano

  , ,  , (tr. it. , , : ,